Il tempo è lineare, ciclico e sovrapponibile e io lo odio un po’
Ciao, questa è Masafuera, cose belle da portare lontano.
Oggi parlo di tempo e solitudine, sono cose belle? Vediamo.
(Spoiler: in fondo alla Masafuera c’è qualche info di servizio, quindi devi per forza arrivare fino in fondo).
Da circa un mese ho smesso di guardare i ricordi di Instagram. Quanto è scorretta la parola ricordi per un raccoglitore preciso e calcolato di immagini ben definite: sarebbe bello — o terribile — che anche i miei ricordi veri e propri fossero così precisi? O forse ci scordiamo quanto sia utile che la memoria sia così frammentata, dai bordi poco definiti? Comunque io da un mese ho smesso di guardarli perché non mi andava di vedere certi “ricordi”. Nella mia memoria sono ancora definiti, forse più di quanto non lo siano per la piattaforma, quindi non sento di avere il bisogno di ripassarli, ricordare dov’ero, con chi.
Quello che riaffiora nella mia mente e che so che è nascosto anche in quell’archivio è che un anno fa incontrai Olivia Laing: non la incontravo io sola, ma con un fiume di persone che come me si erano trovate al Teatro Piccolo per sentirla parlare dei suoi lavori, tra cui Città Sola. Da quell’incontro me ne andai con un foglietto di carta dove le chiesi di lasciarmi una frase sulla solitudine, perché Città Sola tanto mi aveva detto di cosa significa sentirsi soli in una città; io l’anno scorso vivevo il mio primo vero anno a Milano, sentivo la pressione di un posto saturo di gente e cose e opportunità che io andavo sprecando con la mia solitudine.
Ma tornando a casa con quel foglietto che dice To Elisa, loneliness is a very special place mi sentii riscaldata. Nel frattempo un altro tipo di calore mi stava facendo riprendere la sensibilità degli arti — come quando ti lavi le mani gelide con l’acqua calda e lo sbalzo di temperatura sembra ustionarti — ma le due sfere di calore per fortuna si sono sfiorate senza che nessuna inglobasse l’altra: il ricordo è intatto.
Negli anni questa sovrapposizione temporale tra le cose è diventata un po’ un’ossessione: chi sono io, chi sono stata precisamente un anno fa, e poi l’anno prima ancora, e così via. Osservare la trasformazione, il deterioramento, la stasi: mi capita di osservarmi da fuori di continuo, come se fossi l’equipe scientifica dietro una ricerca sperimentale su me stessa.
Ieri, anche se non voglio guardare le memorie meccaniche, ho ricordato da sola. Un anno fa ero a sentire Olivia Laing parlare anche di solitudine; qualche giorno fa ero a sentire Maggie Nelson parlare anche di solitudine. Bluets non è un libro solo sulla solitudine ma è anche un libro sul dolore, e il tempo che passa, e la solitudine che si prova.
4. Ammetto che forse mi sono sentita sola. So che talvolta la solitudine provoca spasmi di dolore incandescente, un dolore che, se rimane incandescente troppo a lungo, può iniziare a simulare o a suscitare – a te la scelta – un presentimento del divino. (Questo dovrebbe destare i nostri sospetti).
Quindi cos'è questa solitudine che si sovrappone? È un posto speciale o qualcosa che mi dà dolori incandescenti? Un giorno è quello che dice Laing, un giorno quello che dice Nelson, due esseri viventi per me speciali nella loro profondità. Qualche giorno fa qualcuno mi ha chiesto se mi piacesse Milano; tra le tante cose – per lo più negative – ho detto anche che Milano mi fa sentire sola in mezzo alle persone e che se devo stare sola preferisco farlo in mezzo alla campagna, in un paese dove conosco la mia famiglia, il vicino di casa, la signora del ristorante cinese Fiori di Loto e nessun altro; se devo essere immersa nella solitudine che sia una di quelle nutrienti, forse quel posto speciale che Olivia Laing alla fine ha finito per trovare.
Sia Città Sola di Olivia Laing che Bluets di Nelson mi hanno insegnato – a un anno di distanza, sovrapposte e combacianti – che dalla solitudine puoi tirare fuori molto: che sia una carriera artistica, un libro, la storia filosofica ed emotiva del colore blu. Anche la scrittura è fatta di solitudine, ha detto Nelson. Si scrive immaginando un interlocutore, un grande pubblico di lettori, una persona speciale a cui dedicare ciò che non riesci a dire apertamente; ma poi in quella stanza sei solo tu, immersa dentro una solitudine sostanziosa e balsamica con le tue memorie sfilacciate e i tuoi ricordi – quelli asettici e precisi e quelli lirici e sbagliati, i nostri preferiti – pronta a mescolare tutto insieme per riscrivere il passato sul quale tornare e ritornare.
Forse, mi dico a voce alta ora senza che sia davvero il mio enunciato, se devo tornare sui ricordi e riviverli, maneggiarli inevitabilmente quando il tempo si sovrappone, un giorno con l'altro, allora forse preferisco farlo scrivendo: la memoria non è una foto con data e ora, ma è una sensazione che deformerò e unirò ad altro; un giorno di inizio dicembre non sarà più l'inizio di una storia d'amore ma sarà il filo che unisce una solitudine accogliente – quella che mi ha raccontato Laing – a una solitudine che ripaga, in altro modo – quella di Nelson. I ricordi così diventato storie, altre.
237. In ogni caso, ho smesso di contare i giorni.
Che Masafuera sarebbe senza una lista di cose belle da portare in un posto lontano? Appunto. Forse per la prima volta in vita mia voglio arrivi Natale: voglio farmi coccolare dalla mia famiglia, riposare, fare i regali, ma anche riceverli (🥸). Qui una lista di cosa che sarebbe bello ricevere, o che puoi regalarti o regalare a qualcunə:
I calzini di Bonne Maison li guardo da una vita, ma questi sono i più belli che abbia mai visto
Se ancora non avete digerito il fatto che in Barbie di fatto Greta Gerwig ti ricorda che tua madre è solo una ragazza, La verità che ci riguarda di Alice Urciuolo (66thand2nd) credo sia un ottimo libro da leggersi e far leggere alle nostre madri. Ne parlerò presto, meglio, altrove 👀
Credo di avere due o tre ossessioni iconografiche: Naruto, Shrek e Snoopy. Cosa dice questo di me? Non lo so, ma di Snoopy potrei avere di tutto, mi ricorda un momento della giovane vita adulta dove mi sentivo sola. Zara è brutto e cattivo MA nella sezione Zara Home hanno messo il set da bagno di Snoopy…
Un regalo che ho chiesto a uno dei miei fratelli, vediamo quale mi vuole più bene, è il poster di Ciao Discoteca Italiana di Giorgio Caproni. Soffro perché quello di Patrizia Cavalli non mi piace esteticamente
Masafuera finisce qui, con qualche info di servizio.
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