Ciao, non ci sentiamo da molto tempo. Sono successe diverse cose nel frattempo, a me, a te, al mondo intorno. A me è successo che portare avanti i progetti quando sembrano piacere non mi riesce mai bene, finisco per sentire addosso centomila occhi e attivo l’autosabotaggio.
Però sono tornata, perché? Ho smesso di autosabotarmi nella vita? Assolutamente no.
Il punto è che Masafuera mi piace molto, è un posto creato per dare sfogo e spazio alle cose che mi piacciono riponendole in un posto lontano e piacevole.
Per chi non si ricorda e ha bisogno di una di quei recap a inizio della nuova stagione: cos’è Masafuera? Masafuera è un progetto a cadenza mensile che si divide tra podcast e newsletter, un contenitore di cose da portare in un posto lontano.
Podcast e Newsletter sono la stessa cosa? Quasi. La newsletter mi permette di lasciare foto, link o altro materiale che voglio condividere con te, il podcast è un modo per sbottonarmi un po’ di più, trasformarlo in uno spazio più liberatorio. Oltre a essere una soluzione che mi piace è un modo per te di decidere cosa preferisci, leggere o ascoltare. Prima arriva la newsletter, a scoppio ritardato il podcast.
Nei mesi scorsi, quando mi dicevo che avrei recuperato questo spazio, a fregarmi sempre c’era l’ansia da prestazione, la pressione del ritorno. Se riprendo Masafuera deve essere bella, deve essere fatta benissimo, devo essere sicura di non avere altri rallentamenti, deve deve deve. Ovviamente dopo pochissimo rimandavo e temporaggiavo, era diventata una cosa più grande e più stressante di quanto volessi. Questo perché spesso, almeno per me, gli obiettivi e le regole da rispettare prima ancora di iniziare più che diventare incentivi si trasformano in valide giustificazioni per rimandare tutto. Quando me ne rendo conto cosa faccio? O mi butto come una forsennata e faccio le cose presa dall’impulso prima di potermene pentire (luna in ariete alert) oppure – come questa volta – coinvolgo altre persone: quando coinvolgi qualcunx autosabotarsi e disfare tutto diventa più difficile.
Per questo motivo tutta la veste grafica della nuova Masafuera è curata da tre persone che amo, Cecilia, Manola e Matteo, che insieme formano Studio Camp. Grazie per avermi fatta carina.
Cos’ha fatto il mio cervello oltre che temporeggiare? Si è tuffato in un mare di distrazioni e ossessioni. Non so che rapporto tu abbia con le ossessioni, io non ci avevo mai prestato troppa attenzione, ma in questi primi mesi (siamo a giugno ma vabbè) del 2021 mi sono accorta come mi servisse proprio buttarmi a capofitto nelle cose e ossessionarmi. Procedere per blocchi di distrazioni, di passatempi ossessivi, pur di occuparsi del resto forse. La mia psicoterapeuta credo mi abbia detto una frase tipo “procedere per ossessioni rimane comunque una forma di stasi” ma se le ossessioni degli ultimi tempi mi fanno riempire Masafuera ben venga (eheh).
Il 21 febbraio mi sono laureata, il 24 ho scaricato Genshin Impact, sotto consiglio della mia adorata amica Mara (che più tardi ricomparirà in questa nl). Genshin Impact è un action rpg open world della MiHoYo, software house cinese che ha lanciato gratuitamente il gioco a settembre del 2020 per praticamente tutte le piattaforme (tranne pc apple, tiè). Quando voglio convincere qualche amicx a giocarci lo riassumendo dicendo “è tipo final fantasy ma con tanti personaggi boni e ship queer”. Per ora almeno due persone le ho convinte così quindi forse funziona come descrizione. La storia ha inizio quando i due fratelli protagonisti (Aether lui, Lumine lei) si ritrovano catapultati nel mondo di Teyvat durante un disastro: mentre sei in volo e una tipa mena forte entrambi devi scegliere chi dei due vuoi usare (un suggerimento, non Lumine. Per quale motivo? Nessuno, l’outfit di Aether è più bello e io sono Bilancia!) Una volta scelto la storia inizia con te che vaghi per questo mondo insieme a una specie di fatina di nome Paimon alla ricerca del tuo consaguineo perduto, con l’aiuto di altri personaggi che puoi raccogliere durante il gioco. Se non hai capito molto è normale, io gioco principalmente per trovare tutti i personaggi e far rosicare le mie amiche! Se vuoi capire meglio di che si tratta puoi leggere qualche articolo qui e qui.
La seconda ossessione è un ritorno di fiamma. Da piccola consumavo tantissimi manga e anime: compravo i manga reperibili nel paesino e le poche bigiate le ho fatte per andare alle fiere del fumetto vestita da Death Note vivente (cartonato poi dimenticato sul treno di ritorno, un bacio a chi lo ha trovato). Poi come spesso capita se condividi quella passione con qualcuno quando la persona si rovina si guasta anche il piacere di quel passatempo. Così alla fine del liceo avevo venduto tutto, tenuto solo uno dei miei manga preferiti, continuato a rivedere quasi esclusivamente anime già assorbiti e mi sono lasciata distrarre dall’infinità di altre cose che possiamo assorbire.
Poi a marzo, tentata dal bisogno di distrarmi e non pensare “Ora che faccio? Che lavoro voglio fare davvero? Voglio stare in Italia?” e altre domande leggerissime mi sono fatta ammaliare dallo spirito persuasivo della mia cara amica Giulia e ho iniziato Haikyuu!!.
Non avevo nessuna idea uno shonen manga che parla di pallavolo maschile al liceo potesse entusiasmarmi così tanto, invece eccomi qui a scriverne sulla prima Masafuera perché è diventata una vera ossessione. Hinata Shoyo è un giovane ragazzino che si iscrive alla Karasuno High School per uno scopo preciso: diventare come il Piccolo Gigante, l’asso della squadra di pallavolo visto tre anni prima in tv durante le nazionali che in soldoni gli ha fatto capire che “anche se sei basso puoi arrivare molto in alto”. Alla Karasuno si incontra e si scontra con Tobio Kageyama, genio della pallavolo e un po’ meno del gioco di squadra, avversario che lo aveva sconfitto nell’unica partita ufficiale che Hinata aveva giocato alle medie e che si era ripromesso di sconfiggere. Come sconfiggi qualcuno con il quale devi fare squadra? Rivals to lovers trope alert!
Personaggi principali a parte, Haikyuu è diventata una piccola ossessione per questi validi motivi:
mi ha fatto quasi venir voglia di allenarmi!
opening bellissime da ascoltare quando hai quasi voglia di allenarti
è uno shonen manga/anime che non ti dice che solo il genio dello sport deve o dovrà giocare, che c’è spazio per tuttx e senza quel tuttx il re del campo non è nessuno
i tiktok di haikyuu sono bellissimi mi fanno letteralmente piangere, tipo questo
tokyo training camp arc
Cosa succede quando le ossessioni finiscono? o hanno il loro decorso? Non so, me lo sto chiedendo spesso in queste settimane. Da quando ho iniziato a scrivere questa nl ho iniziato a chiudermi in nuove ossessioni o una volta inviata questa mail ne inizierò altre. Se per un attimo smetto di pensare ai blocchi monotematici a cui ho pensato negli ultimi tempi mi sento di essere tornata indietro nel tempo, ferma in un bivio temporale di cui ho poca memoria. Un po’ assurdo un po’ spaventoso.
Ossessioni già collaudate a parte, ecco altre cose, da poco scoperte o ancora inesplorate, che ti lascio e mi porto dietro su quest’isolotto per questo primo viaggio di sola andata.
Da leggere:
- Notti Insonni, di Elizabeth Hardwick, edito Blackie Edizioni
- L’unica persona nera nella stanza, di Nadeesha Uyangoda (una delle autrici di Sulla Razza, podcast di cui ho fatto binge-listening - si dice??- nel tragitto lavoro casa) edito 66th and 2nd
Da guardare:
Shiva Baby, da domani su Mubi Italia
Da ascoltare:
Playlist del mese di Spazietti Musichetti
4x4: quattro post salvati su ig di cose belle:
è uscito il nuovo speciale di Bo Burnham, un appunto di La smarginatura
sabato 12 giugno Werk e Queer Macete ti fanno ballare a Sogno di una Ball di Inizio Estate
Questa Masafuera finisce prima del (mio) previsto perché non ti sento da tanto e finisco per diventare prolissa, come con le amiche a cui mando audio da sette minuti.
Ci sentiamo presto, fai lx bravx e festeggia il pride.
Elisa