Ciao, questa è Masafuera, cose belle da portare lontano e questo è un bagaglio extra solo per te.
Ho evitato quanto più possibile la sovrapposizione delle date e del tempo che passa: te l’ho raccontato qui e qui. Ci sono riuscita davvero? Penso di sì, altrimenti non avrei una lista di cose belle e preferite raccolte in questo anno un po’ odiato, un surrogato di qualcos’altro — almeno all’inizio. E infatti la prima parola che mi viene in mente quando ripenso ai mesi alle mie spalle è: nutrita.
E dunque: condividiamo questo nutrimento.
Gennaio
A Gennaio dovevo sopperire, rimediare, tappare i buchi, quindi ho riscoperto il cinema: andare fisicamente al cinema per costringersi due ore senza telefono, senza sperare in quel messaggio. Una volta ripreso il ritmo e la curiosità di stare a guardare altri tipi di schermi non mi sono più fermata.
Il mio film del cuore? Aftersun, di Charlotte Wells.
(è su Mubi, qui il link per avere 30 giorni gratis)
Febbraio
A Febbraio sono ricominciati anche altri nutrimenti: guardando le mie foto su Instagram — che io uso, come ogni altro social, come bastone virtuale che supporti la mia scarsa memoria — mi ricordo che sono andata a presentazioni, ho scritto Masafuera, ho assimilato come una spugna. Quel mese ho recuperato un disco di Giorgio Poi che mi ero persa, Gommapiuma. L’ho scoperto a un incontro dove lui e Paolo Cognetti parlavano di lingua, di distanza dalle cose.
La mia canzone preferita è Supermercato, che dice:
Con la testa sulle spalle
Ma un cuore deficiente
Che non ti molla più
Le mani sul carrello
Vuoto come un buco
Non ci vediamo più
E chissà se vai a fare la spesa da sola anche tu
Marzo
Con le colleghe (ma soprattutto amiche) ho un appuntamento teoricamente mensile che si chiama Il cinema delle ragazze: i due requisiti per accedervi erano essere delle ragazze e abitare in zona Milano Nord Est. Non ricordo quando sono stata inserita anche io, ma a Marzo una delle mie cose preferite è stata organizzare io la serata proponendo uno dei miei film preferiti di sempre, Her di Spike Jonze. Amo la fotografia, la storia, il ricordo della prima volta che l’ho visto; mi distrugge la scene in cui Theodore scopre che Samantha perla con altre persone, è un dettaglio che mi ricorda il mondo in cui viviamo, soprattutto ora: interconnesso, in continua sovrapposizione.
Aprile
Ad Aprile oltre a ottenere la mia rivincita su un concerto cancellato per il Covid nel lontano Febbraio 2020 (quello dei Big Thief, che consiglio se vuoi qualcosa di delicato e profondo) ho ricominciato a ritagliarmi dello spazio per leggere davvero. Sulla 90, dal telefono, in pausa pranzo a lavoro. Se quest’anno mi ha nutrito in qualche modo, quel modo si è tradotto con la lettura, la scrittura, l’assimilazione delle parole.
Ad Aprile ho letto Niente di vero, di Veronica Raimo. In un punto Raimo scrive:
La maggior parte dei ricordi ci abbandona senza che nemmeno ce ne accorgiamo; per quanto riguarda i restanti, siamo noi a rifilarli di nascosto, a spacciarli in giro, a promuoverli con zelo, venditori porta a porta, imbonitori, in cerca di qualcuno da abbindolare che si abboni alla nostra storia. Scontata, a metà prezzo. La memoria per me è come il gioco dei dadi che facevo da piccola, si tratta solo di decidere se sia inutile o truccato.
Maggio
Maggio è stato un mese difficile, sono tornata molto spesso a casa. In questi quasi due anni fuori sempre di più ho ricreato un rapporto d’amore per un luogo che non ho mai considerato radice: ora a poco a poco amo il suo silenzio, il grande spazio che posso esplorare.
Un bel film che mi ricorda sempre questo rapporto con il luogo in cui siamo cresciuti e che abbiamo amato senza rendercene conto? Lady Bird.
Giugno
Per la prima volta in vita mia ho avuto un rapporto non conflittuale con la piscina e l’acqua: ho iniziato ad andarci nonostante la pelle sensibile e il corpo timoroso. Forse a farmi appassionare alla dimensione acquatica è stato anche Perché nuotiamo di Bonne Tsui, un libro di storie e motivi che ci spingono in acqua, nonostante il pericolo che questa nasconde per noi. Mi ha insegnato tanto, al punto che: a Gennaio mi iscrivo in piscina.
Luglio
A Luglio ho fatto tante cose: sono andata in montagna, ho presentato un altro libro bello se vogliamo a tema estate — Estate Caldissima di Gabriella Dal Lago — e soprattutto ho visto e amato Barbie. Ci sono andata più volte: una, soprattutto, con mia madre. Avevo iniziato a scrivere una Masafuera, ora prende polvere tra le bozze, ma ne metto un pezzetto qui, ci provo:
Mentre lo riguardavo pensavo a come la vita — leggi anche essere, essere una donna, una figlia, una persona che diventa “qualcosa” — sia come respirare: un atto involontario che fai inconsciamente e quando ti ci concentri e ti osservi da fuori (o lo osservi su uno schermo) fa spavento pensare quanto tu faccia senza accorgertene. Ho camminato fino a casa provando a percepirmi: percepire le mie scelte nel mondo, i vestiti che sfiorano la pelle, il mentolo del dentifricio che mi ha rinfrescato la bocca, il dolore alle palpebre appesantite dal pianto.
Agosto
Agosto significa ferie e per me le ferie significano: giochiamo a quanti libri riesco a leggerne. Ne ho letti molti, ma soprattutto ho letto Tomorrow, tomorrow and tomorrow di Gabrielle Zevin: è un libro che parla di quell’amore che va oltre al paradigma amoroso, romantico; di quello intenso e viscerale che riesci a sentire nei confronti di qualcuno che non sia l’anima gemella che ci dicono di cercare. A fare da filone tematico che corre parallelo, il gioco: le console, l’evoluzione del mondo dei videogiochi, una storia dentro una storia dove gioco e amore diventano mondi affini accomunati dalla frenesia che provi quando di butti.
Una chicca per chi ha letto il libro: Emily Blaster
Settembre
Avevo paura del mio compleanno: le sovrapposizioni temporali sono sempre dietro l’angolo. Invece è stato un mese pieno di cose sgraziate, oscene e bestiali, altre pure e sacre e spirituali: ma sono tutte cose mie, come direbbe Joyce. Ma soprattutto Settembre è diventato simbolo di un nuovo tuffo: i miei amici mi hanno regalato un corso alla Scuola di scrittura Belleville (scrivo questa Masafuera anziché scrivere il compito finale da consegnare entro il 27 dicembre, infatti). Ancora devo digerire e districare tutto, ma una cosa è certa: un sassolino ha iniziato a scivolare giù dalla montagna.
Settembre è stato anche un momento di dolore nella gioia: una persona magica è andata via e io voglio pensare che quel sassolino l’abbia spinto lei, con dolcezza.
Ottobre
Da Settembre a Dicembre ho fatto all in di scrittura: non solo con la Belleville, ma anche con un laboratorio di scrittura collettiva organizzato da Galàpagos e Wertheimer, due riviste che si sono unite per fare qualcosa che ormai è insolito: vedersi e parlare insieme di quello che si scrive, riportando la scrittura a una dimensione corale, meno solitaria (e egocentrica?).
Novembre
Arrivati qui lo avrai capito, tanti nutrimenti per me sono mentali. Così a Novembre ho dato nuovamente una chance a qualcosa che avevo già provato a fare, con scarsi risultati: lavorare a maglia. Mi entusiasma avere una valvola di sfogo manuale, che ho associato all’ascolto degli audiolibri: combo meravigliosa.
Anche gli audiolibri erano un mondo inesplorato e mi sono approcciata così: ho scelto libri già in parte letti, letti anni fa o intorno ai quali ho già orbitato. Massimo tre ore di lettura (non comincerei con Moby Dick ecco). Il mio consiglio per esempio Una stanza tutta per sé, che letto e ascoltato mi ha restituito ancor meglio la scrittura ironica e sagace di Virginia Woolf.
Dicembre
L’anno si è chiuso con una carezza e una scoperta.
La carezza è stata vedere La chimera, di Alice Rohrwacher, una regista che amo molto per la delicatezza profonda e il lirismo così ruvido e concreto che trasmette. La chimera racconta di un amore perduto e ricercato nei luoghi che non sono fatti per gli occhi degli uomini, come un Orfeo che cercando Euridice posa gli occhi dove non dovrebbe. In questo film è tutto bello, tutto.
L’altra scoperta è stata il teatro. Vicino al lavoro c’è un Auditorium: ogni sera quando ci passo mi dico “entra e prendi la brochure della prossima stagione teatrale”. Lì non sono ancora andata ma qualche settimana fa ho visto Il ministero della solitudine, uno spettacolo di lacasadargilla che ho amato. Sono uscita dal Teatro Piccolo di Milano sorridendo, pensando: ho scoperto un’altra cosa che mi riempie di qualcosa di buono.
Questo è quanto, il mio 2023 è racchiuso qui. Spero che qualcosa riportato qui possa diventare un nutrimento anche per te. Cosa ci aspetta per l’anno che sarà? Questo sarà un bellissimo mistero.
Ciao.